Sandro Cattacin, UniGE
Irene Pellegrini, Toni Ricciardi
Collaborazione scientifica: Bruno Moretti, UniBE
L’obiettivo della ricerca è la ricostruzione storica e sociale dei percorsi, delle caratteristiche e delle modalità attraverso le quali la lingua italiana (nelle sue varietà) è entrata a far parte e si è connessa con il contesto linguistico della Svizzera tedesca e romanda. Nel suo doppio ruolo di lingua nazionale e di storica lingua di migrazione, l’italiano in Svizzera riveste un carattere di assoluta singolarità rispetto ad altre situazioni geografiche e rappresenta, nell’attuale contesto di estrema mobilità individuale e simbolica, un campo di studio rivelatore delle trasformazioni delle territorialità del plurilinguismo elvetico.
In particolare, si intende ricostruire, osservare e raccontare le diverse pratiche e modalità con cui gli attori sociali italofoni si sono serviti e si servono della lingua italiana entrando in contatto e legandosi con il contesto territoriale e linguistico della Svizzera interna e andando così a costituire una rete di relazioni significative e costanti. La prospettiva di studio sarà di tipo diacronico e punterà ad una ricostruzione storico-sociale delle diverse pratiche linguistiche e dei significati ad esse connessi a partire dal secondo dopoguerra, periodo della più ingente ondata migratoria italiana, fino ad arrivare al contesto contemporaneo, al ruolo delle comunità digitali, alla cittadinanza e alla migrazione attiva sul web.
La ricerca mostrerà il cambiamento e lo sviluppo delle modalità attraverso le quali gli attori sociali italofoni di origine svizzera o straniera, comunicano, prendono contatto, si insediano e fanno « rete » in contesti linguistici altri, partendo da un’inchiesta storiografica, un’inchiesta sociale (diacronica e sincronica) e un’inchiesta in rete (digital ethnography).
Dal punto di vista dei risultati, l’approccio storico dà una dimensione di comprensione dei cambiamenti avvenuti nell’ambito della diffusione dell’italiano e delle competenze linguistiche in generale. La focalizzazione sulla rete di diffusione dell’italiano in Svizzera non-italiana apre una conoscenza nuova sulle pratiche di mantenimento e di rinforzamento di una lingua al di fuori del territorio d’utilizzo originario che potrebbe essere utile sia nello sviluppo di nuovi strumenti didattici, sia per introdurre, nel dibattito politico una nuova dimensione di territorialità ibrida.
Diario di ricerca
Intervista sul progetto (e sulle pubblicazioni in italiano in Svizzera), RSI, “Il Quotidiano”, 11.05.2018